Domande frequenti

  • Avendo necessità di assistenza legale per una causa, un procedimento di mediazione ovvero una consulenza posso conoscere in anticipo le spese legali che dovrò sostenere?

    Prima di formalizzare l’incarico, il cliente ha diritto di ricevere dall’avvocato un preventivo scritto con indicazione dell’importo complessivo e con dettaglio delle voci a titolo di compensi, anticipazioni (ad esempio: contributo unificato, diritti forfettari, spese di notifica) ed altre spese (ad esempio: consulenze tecniche d’ufficio, consulenze tecniche di parte, trasferte). Tale preventivo tiene conto degli oneri prevedibili al momento del conferimento del mandato, con esclusione di eventuali attività successive che si rendono necessarie in caso di circostanze sopravvenute e/o non ipotizzabili inizialmente.

  • Prima di avviare una causa sono obbligato a tentare una mediazione con la controparte?

    Per alcune materie la legge prevede, come condizione di procedibilità della domanda giudiziale, l’esperimento del procedimento di mediazione presso un organismo accreditato, dinanzi ad un mediatore terzo ed imparziale. La preventiva mediazione è necessaria in relazione alle controversie che vertono su condominio, diritti reali (quali proprietà, usufrutto, superficie, uso, abitazione, servitù), divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria, risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari.

  • Cosa succede in caso di esito negativo della mediazione e cosa invece in caso di esito positivo?

    Se le parti non raggiungono un accordo, la mediazione sarà considerata conclusa e le parti saranno libere di rivolgersi al giudice. In caso di esito positivo, sarà redatto e sottoscritto dalle parti un verbale contenente l’accordo, il quale costituisce titolo esecutivo ed avrà la stessa efficacia della sentenza del giudice.

  • Quanto dura il procedimento di mediazione?

    Il procedimento di mediazione dura al massimo sei mesi, decorrenti dalla presentazione della domanda. Si tratta tuttavia di un termine ordinatorio che può essere prorogato con l’accordo delle parti in forma scritta.

  • Ai fini della mediazione, devo farmi assistere da un avvocato?

    In caso di mediazione obbligatoriamente prevista dalla legge, è necessaria l’assistenza dell’avvocato.

  • Che cosa è la negoziazione assistita?

    E’ una procedura alternativa al procedimento dinanzi agli organi giurisdizionali, applicabile ad ogni contenzioso che verta in materia di diritti disponibili. E’ condizione di procedibilità della domanda giudiziale di risarcimento del danno da circolazione stradale e di pagamento di somme non eccedenti € 50.000,00, sempre che la controversia non debba essere oggetto di mediazione obbligatoria. Nel caso in cui le parti, assistite dai rispettivi difensori, raggiungano l’accordo, lo stesso avrà la stessa efficacia della sentenza e costituirà titolo esecutivo.

  • Nella materia di famiglia, è possibile avviare procedimenti alternativi al giudizio?

    La procedura di negoziazione assistita può essere utilizzata per le soluzioni consensuali di separazione personale, cessazione degli effetti civili del matrimonio, scioglimento del matrimonio e di modifica delle condizioni di separazione e divorzio.

  • Posso chiedere a controparte il rimborso delle spese legali sostenute? In quali casi?

    Ai sensi degli artt. 91 e 92 del codice di procedura civile, la parte soccombente in giudizio è tenuta al rimborso delle spese a favore della parte vittoriosa, la cui misura è liquidata dal giudice con la sentenza di condanna; se vi è soccombenza reciproca o concorrono gravi o eccezionali ragioni, il giudice può compensare, parzialmente o interamente, le spese del giudizio.

  • Che cosa è il contributo unificato? Deve essere sempre pagato?

    Si tratta di un tributo da versare all’Erario quando viene iscritta a ruolo una causa civile. Chi avvia il giudizio deve anticipare il pagamento di un importo in misura fissa ovvero determinato quanto all’ammontare sulla base di una tabella che tiene conto del valore della domanda. Al pagamento non sono tenuti coloro che sono stati ammessi al patrocinio a spese dello Stato.

  • Gli atti giudiziari sono soggetti a tassazione? Ci sono eccezioni?

    In generale, gli atti in materia di controversie civili che definiscono, anche parzialmente il giudizio, compresi i decreti ingiuntivi esecutivi, sono soggetti all’imposta di registro in misura fissa o proporzionale, come liquidata dall’ufficio preposto presso l’Agenzia delle Entrate. L’onere di pagamento spetta alla parte soccombente. Tuttavia, tutte le parti del giudizio sono obbligate solidalmente nei confronti del fisco, il quale pertanto potrà richiederne il versamento anche alla parte vittoriosa. Sono esenti dall’imposta di registro i provvedimenti in materia di lavoro, previdenza e assistenza obbligatoria, scioglimento matrimonio e cessazione effetti civili del matrimonio, interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno, protezione delle persone prive di autonomia quali i minori di età, i verbali di conciliazione giudiziale di valore non superiore ad euro 51.645,69 ed altri provvedimenti previsti dalla legge.

  • Quali sono le condizioni per procedere con la domanda di divorzio?

    Lo scioglimento del matrimonio (in caso di matrimonio civile) ovvero la cessazione degli effetti civili del matrimonio (in caso di matrimonio concordatario) possono essere richiesti, oltre che in casi specifici previsti dalla legge, a seguito della separazione giudiziale o consensuale, rispettivamente decorso un anno ovvero sei mesi dalla comparizione personale dinanzi al Presidente del Tribunale ovvero decorrenti dalla sottoscrizione dell’accordo di separazione.

  • Quando viene riconosciuto il contributo al mantenimento del coniuge separato?

    Esaminati i redditi di ciascun coniuge e l’apporto al reddito familiare complessivo in regime di convivenza, occorre verificare se sussiste una sproporzione oggettiva che giustifichi l’integrazione a favore del coniuge che ha redditi minori e che risulti penalizzato dalla separazione.

  • Come viene calcolato l’assegno a favore dei figli?

    Al fine di determinare il contributo al mantenimento della prole occorre tenere conto delle esigenze dei figli, della situazione patrimoniale ed economica di ciascun genitore e del tempo di permanenza con gli stessi.

  • Il contributo al mantenimento è riconosciuto anche ai figli maggiorenni?

    Si, qualora il figlio non abbia ancora raggiunto l’indipendenza economica. Tale circostanza è esclusa quando il mancato reperimento di un’occupazione è colpevole (es. studente fuori corso da anni, persistente rifiuto ad accettare lavoro).

  • Quali sono le conseguenze in caso di inadempimento di un contratto preliminare di compravendita?

    La parte adempiente può agire ai sensi dell’art. 2932 c.c. al fine di ottenere una sentenza che tenga luogo all’adempimento. Si tratta di un’azione finalizzata all’esecuzione coattiva dell’obbligazione.

  • Nel caso di mancato pagamento dei canoni di locazione da parte dell’inquilino, posso chiedere la liberazione dell’immobile?

    Per ottenere il rilascio e la riconsegna dell’immobile, il locatore deve procedere con l’intimazione di sfratto per morosità. I presupposti sono, oltre alla sussistenza di un regolare contratto scritto, l’omesso versamento di una mensilità di canone decorsi venti giorni dalla sua scadenza ovvero degli oneri accessori per un ammontare non inferiore a due mensilità di canone.

  • Entro quanto tempo devo impugnare la delibera assembleare del Condominio?

    Se si tratta di vizi comportanti l’annullabilità, il termine è di trenta giorni, decorrenti dal giorno in cui l’assemblea ha deliberato ovvero, in caso di assenza, dal giorno della comunicazione generalmente coincidente con il ricevimento della lettera raccomandata.

  • Quando la delibera dell’assemblea condominiale è nulla e quando è annullabile?

    La differenza rileva ai fini dell’impugnazione, posto che solo in caso di nullità l’impugnativa può essere proposta senza limiti di tempo. Sono nulle le delibere con oggetto impossibile, illecito o indeterminato, contrarie all’ordine pubblico, quelle assunte al di fuori della competenza dell’assemblea o quelle lesive dei diritti di uno o più condomini.

  • In caso di danno imputabile al Condominio ovvero cattivo funzionamento dei servizi condominiali, posso rifiutare di versare le spese condominiali?

    Le spese condominiali regolarmente approvate dall’assemblea in sede di rendiconto devono essere corrisposte e non possono essere autonomamente compensate, fatto salvo il diritto di agire ai fini dell’accertamento della responsabilità del Condominio e conseguentemente del risarcimento del danno.

  • In quali casi è possibile revocare l’amministratore del Condominio?

    L’assemblea può revocare l’amministratore con le stesse maggioranze prescritte per la sua nomina; la revoca deve essere indicata nell’ordine del giorno della convocazione e non richiede la giusta causa. Diverso è il caso della revoca disposta dall’autorità giudiziaria su ricorso anche solo di un condòmino, in presenza di gravi irregolarità.

  • Il minore di età può essere erede?

    Il minore può acquistare la qualità di erede ma non può accettare l’eredità. A pena di nullità ed inefficacia, l’accettazione deve essere fatta dal legale rappresentante (normalmente i genitori esercenti la responsabilità) con “beneficio di inventario”.

  • In quali casi il testamento è impugnabile?

    Le cause di impugnazione attengono a vizi formali (ad es. testamento olografo non scritto di pugno dal testatore), sostanziali, di volontà (ad es. testamento redatto per effetto di violenza, errore e dolo) o difetti di capacità.

  • Quale è la differenza tra eredi legittimi e eredi legittimari?

    Se la successione si apre in assenza di testamento, sono chiamati all’eredità gli eredi legittimi indicati dall’art. 565 c.c. (coniuge, discendenti, ascendenti, collaterali, gli altri parenti, lo Stato) Gli eredi “legittimari” (art. 536 c.c.) sono coloro che hanno diritto ad una quota di eredità (c.d. quota di legittima o di riserva), indipendentemente dalle volontà del testatore.